20 Dicembre 2022

Buon Natale e Buone Feste!

"Sono seduto su una panca a fissare la parete e mi sento confuso. Stordito. Vorrei alzarmi ma non riesco. Ho paura. Fra pochi minuti lo speaker pronuncerà il mio nome ed entrerò nell'arena di Rio de Janeiro  alle Olimpiadi. E' come nei sogni. Vorrei muovermi ma non ce la faccio. Vorrei allungare un braccio in avanti ma è impossibile. Così rimango lì, incatenato ai miei pensieri, a osservare i rivali che si preparano alla finale olimpica.

Ho paura anche se sono il favorito. Ho paura benché da tre anni sia il più forte. Ho paura nonostante da mesi tutti mi diano pacche sulle spalle.

Tutti sanno che vincerò. Cosa darei per avere le loro certezze. Ormai è come se, agli occhi della gente, conquistare l'oro alle Olimpiadi fosse solo una formalità per me. Andrà a finire che non gioirò neppure.

E' giunto il momento. Devo prepararmi. Manca poco. Sarà solo una formalità, ma anche dal notaio i tempi e le procedure vanno rispettati.

Gli altri atleti stanno andando verso la camera di chiamata. Li devo seguire, lo speaker ci aspetta.

Riprovo ad alzarmi. Non riesco. Sento le pulsazioni aumentare, il respiro farsi affannoso. E' come se mi mancasse l'aria. Mi alleno come un matto da anni e adesso che potrei andare a prendermi quell'oro bello e maledetto non sono neppure capace di mettermi in piedi.

Devo assolutamente alzarmi e seguirli. Ci riprovo. Niente. Dio sa quante volte ritento inutilmente. Mi coglie il panico: cosa diranno tutti quei "loro" che attendono fuori, abbracciati alle proprie certezze? Cosa penseranno: "E' impazzito. Sul più bello ha dato di matto".

Non voglio arrendermi, eppure resto lì, immobile. Seduto sulla panca di uno spogliatoio vuoto, mentre da oltre la porta sento lo speaker pronunciare il mio nome una, due, tre volte, seguito da un  lungo silenzio.

D'un tratto la porte si apre e una luce abbagliante mi avvolge.

E' come una sberla.

Mi sveglio.

Sono nel mio letto. A casa. Sorrido. Sospiro. Rinasco."

 

In questo brano del libro "Il peso dell'acqua" del campione di nuoto Gregorio Paltrinieri c'è tutta l'ansia, lo stress e la paura di un grande atleta nonostante sia preparato al grande evento. Situazione simile a noi persone comuni che dobbiamo affrontare la vita nel miglior modo possibile, a volte ce la facciamo a volte no. Soprattutto in anni difficili, a causa di Covid19 e guerra in Ucraina, che hanno messo a dura prova aziende e famiglie. Tutti noi abbiamo avuto una grande pazienza. Saper aspettare è un pregio, non un difetto come molti pensano. Abbiamo dato tanto, a volte tutto quello che avevamo. Qualcuno ha detto che non è importante quante volte cadi se ogni volta riesci ad alzarti. Ecco, noi siamo ancora qua in piedi ed è già tanto esserci.

 

Con il cuore vi auguriamo BUONE NATALE e BUONE FESTE!

 
Alessandro, Matteo, Monica, Alessandro e Giorgia

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